E CONTINUANO LE SUGGOSE CENE...

E sull' onda di annunci che dovrebbero esaltare l' ambiente amaranto, che invece e' piu' depresso che mai nonostante il 4 a 2 sul Catania, annunci dell' arrivo di un nuovo socio di minoranza per il Livorno calcio, con un patron genovese piu' pimpante e gasato che mai " voglio la A senza passare dai playoff ", si registrano le cene tra i giornalisti labronici ed i dirigenti amaranto, a conferma che il mondo telegiornalistigo labronico e' sempre piu' al servissio di questa dirigenza, sempre pronto a riportare acriticamente tutti i proclami e gli annunci del patron genovese senza mai levare una voce critica sulla gestione della societa' amaranto. Eppure qualche domanda bisognerebbe farla, tipo perche' contro il Catania che in B e' sempre una partita di cartello e pure di alta classifica  , ner vecchio catino ardenzino c' erano appena 1059 paganti. Un Mortorio , un reusorio che testimonia come il calcio, il tifo, la passione a Livorno siano cose morte e sepolte. Ma di qualcheduno sara' la colpa o no? Su questo spazio di libera gritica ed informazione proviamo a dare qualche risposta per la crisi del tifo labronico: motivo principale e' che il popolo amaranto vorrebbe una dirigenza ambizioosa danarosa, che allestisse compagini d' alto bordo con imponenti sforzi economici, pur di non lasciare nulla d' intentato per raggiungere quei famosi palcossenizi importanti della massima serie. Un altro motivo di disamore verso i colori amaranto sono le condizioni invereconde di uno stadio che certo non invita i tifosi ad assistere alle partite del Livorno nella stagione fredda e piovosa invernale. Ma se in citta' non ci sono piu' vaini ( altro che miracolo Piombino caro partitone!!! ) , lo stadio novo rimane una chimera. Terzo motivo della crisi del tifo amaranto, i giovani che per lo piu' vanno agli apericena, nel migliore caso possibile oppure si riempiono di " bomboloni " ma non sono certo quelli dolci... Inzomma siamo a Livorno " anno zero " e questi filogialloni continuano le solite cene e ribotte come se nulla fosse.
DANILO NESTI

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