E l' iniziativa di azionariato popolare per salvare il Livorno dal fallimento economico e sportivo, e' un tentativo trito e ritrito, periodicamente riproposto da esponenti della sinistra antagonista livornese, con il solo scopo di farsi propaganda ed ottenere consensi spendibili nelle prossime consultazioni elettorali. Un tentativo di salvataggio economico , che ovviamente e' fuori dal tempo, perche' il calcio moderno non si basa su iniziative solidaristiche e maxicollette, ma su societa' ben strutturate e dotate di grandi risorse economiche assicurate solamente da grandi gruppi economici ed investitori internazionali, vedasi tutti questi magnati Usa che rilevano societa' di calcio italiane ( l' esempio di Knaster con il Piza...) . Non saranno quindi 1000 , 2000 o al massimo 3000 soci a salvare il Livorno calcio, perche' per mantenere una societa' di calcio nel professionismo ci vuole ben altro. Purtroppo a Livorno, il problema principale e' quello di una citta' che a livello economico ed imprenditoriale non offre piu' nulla a potenziali investitori stranieri seriamente interessati, non certo quelle macchiette che si sono recate ad incontrare il sindaco di Livorno....Livorno che ha un porto paralizzato dai veti incrociati delle " solite famiglie " che considerano il porto " Cosa Loro..." , e settore metalmeccanico praticamente dismesso con la fine delle grandi riparazioni navali, che hanno ceduto il posto a quella operazione cementizia e speculatoria che risponde al nome di " Porta a Mare ", tutta Coop , cemento e mattone, le famose " foresterie....".
FRANCO
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