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Non v’è alcun dubbio, le trattative in corso per la vendita dell’US Livorno rappresentano un preoccupante segnale di crisi, l’esordio d’una spirale di decadenza, l’antefatto del dissesto morale e finanziario.
Qual imprenditore (che ci metta la faccia) assegnerebbe al suo progetto una prospettiva temporale inferiore ai due anni, rischierebbe investimenti senz'attender la maturazione dell'utilità...
se non si rendesse conto d’un tragico errore di valutazione, se non aspirasse all'immediato rientro dalle spese, se non intendesse sbarazzarsi d’una gestione ormai priva della sua fiducia?
Si sta configurando dunque nelle forme chiare della propaganda, e assai prima del tempo che sperava, l’operazione intrapresa dal Sindaco, coltivata sulla pelle dei tifosi.
Sostenuta dalle assordanti trombe mediatiche del Tirreno, con una complicità giornalistica spudoratamente sopra le righe e sfornita d’obiettività critica.
È un episodio che, tuttavia, apre gli occhi dei livornesi su quei peccati originali che caratterizzano l’amministrazione complessiva della città.
L’improvvisazione e l’adescamento.
VITO BORRELLI
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